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DIRETTIVA EUROPEA “CASE GREEN”, FINALMENTE UN PO' DI BUONSENSO

DIRETTIVA EUROPEA “CASE GREEN", FINALMENTE UN PO' DI BUONSENSO

A scanso di equivoci, ed onde evitare d'essere tacciati per “distruttori dell'ambiente" o “egoisti incivili", teniamo a precisare che siamo perfettamente d'accordo sulla necessità di stabilire regole (aggiungeremmo “serie") e intervenire in maniera concreta (sempre in maniera seria) a favore del controllo delle emissioni inquinanti e a protezione dell'ambiente (non solo inteso come l'ambiente in cui abitiamo, cioè “casa nostra", ma inteso come l'intero pianeta, ovvero anche lo spazio abitato da altri).

Chiariamo inoltre che quando scriviamo sulla necessità di intervenire in maniera “seria" intendiamo adottare norme, abitudini e leggi che siano costruttive, efficaci e ampiamente condivise.

Ciò che purtroppo invece viene fatto, comprese le normative che vengono adottate, molto spesso si rivela inefficace, deleterio e dannoso.

Questo accade perchè non tutti i Paesi (per la verità quasi nessuno) hanno la stessa sensibilità nei confronti della preservazione dell'ambiente o gli stessi “interessi" e/o “obiettivi"; perciò serve davvero poco se, ad esempio, nell' Unione Europea decidiamo per una linea di condotta stringente ma lo stesso non avviene nel resto del pianeta.

Anzi, simili atteggiamenti si rivelano inutili e deleteri per coloro che hanno adottato talune “politiche" senza che queste vengano condivise e perseguite collettivamente da tutte le nazioni del mondo.

In realtà, per poter raggiungere davvero lo scopo, servirebbe un governo mondiale, compatto, e determinato, con risorse a disposizione e sopratutto la volontà “reale" di raggiungere lo scopo; ma questo è tutto un'altro discorso.

Chiariamo anche che, quanto fin qui prospettato dall'Unione Europea in materia di efficientamento energetico, specialmente per quanto riguarda il comparto immobiliare (ci riferiamo alla direttiva “case green"), è stato più deleterio che positivo.

Quasi lo stesso può dirsi dei media che in questi mesi hanno riempito le pagine delle loro testate con articoli e “approfondimenti" sensazionalisti circa la suddetta direttiva, con il risultato di creare “aspettative" non realistiche e “panico" nel mercato immobiliare.

Al riguardo abbiamo infatti letto di tutto e il contrario di tutto; dall'impossibilità di poter affittare o vendere un immobile se non in classe energetica “adeguata", al crollo del valore commerciale degli immobili datati, a pesanti sanzioni per coloro che non si adeguano.

Tanto clamore per nulla e tanta disinformazione spacciata per verità.

In realtà la direttiva “case green", che vorremmo ricordare essere una direttiva e non vangelo, ad oggi non è ancora stata approvata, perciò allo stato è poco più che una “dichiarazione d'intenti".

Unica nota positiva del clamore suscitato dai media, è stato quello di attirare l'attenzione su un problema reale (l'alto tasso di inquinamento), su quanto si sta cercando di fare per contenerlo (la direttiva “case green" è tra le soluzioni ipotizzate) e dell'opinione pubblica (in primis i proprietari “privati" di immobili, che nel nostro paese detengono circa l' 80% del patrimonio immobiliare) la quale ha fatto sentire il proprio disappunto sul contenuto della “direttiva" attraverso le varie associazioni rappresentative.

Sia ben chiaro, in tutto questo, benchè la questione sia anche e sopratutto di natura politica, per quanto ci riguarda si tratta unicamente e solamente di una questione di “puro buon senso", perciò siamo ben lungi dal volerci schierare politicamente e/o sposare la linea di questo o quel partito.

E qui, dopo aver fatto i dovuti distinguo, veniamo al tema del nostro post: il buonsenso!

Infatti lo scorso 13 ottobre si è riunito il trilogo (Consiglio Ue, Parlamento, Commissione) per l'ultimo round negoziale, in ordine temporale, in merito alla direttiva “case green" o se vogliamo l'ennesima “follia green" partorita dall'Unione Europea.

Nel corso della seduta non è stato raggiunto dai Paesi membri un accordo definitivo, poiché il tutto è stato rinviato alla prossima seduta prevista a dicembre prossimo; tuttavia sono stati sanciti alcuni accordi fondamentali che hanno apportato radicali modifiche alla bozza della direttiva, in senso migliorativo (cosa assai facile da ottenere visto e considerato il suo precedente contenuto).

Tra le varie modifiche frutto di “buonsenso" al target e alle tappe della direttiva, segnaliamo:

  • gli Stati membri avranno una più ampia autonomia nell'applicazione della direttiva che verrà siglata. Spetterà ad esempio ai singoli Stati stabilire target di riduzione dei consumi, con tappe intermedie, fino al 2050 (prima la scadenza prevista era il 2030);
  • l'armonizzazione delle “certificazioni energetiche" a livello europeo è stata abolita (sarebbe stato impossibile attuarla);
  • il raggiungimento della classe E entro il 2030 e della classe D entro il 2033, è scomparso dal testo di legge;
  • un'altra novità è che i dati verranno elaborati sull'intero parco immobiliare e non sulla singola unità. Per capirci: non verrà imposto a ogni edificio di migliorare la propria classe energetica, ma (molto probabilmente) verrà definito un percorso da rispettare a livello nazionale. Un esempio potrebbe essere: entro il 2030 il 50% degli edifici in Italia deve essere almeno in classe E, entro il 2050 il 90% almeno in classe D;
  • sono stati poi integralmente cancellati dal testo i mutui green e gli obblighi di installare colonnine di ricarica e di pre-cablare parcheggi per gli edifici residenziali esistenti;
  • sono state eliminate le norme che imponevano l'obbligo di effettuare gli interventi sugli immobili. Alla luce di queste sostanziali modifiche, possiamo affermare che la direttiva Ue che obbliga i proprietari di vecchi edifici a riqualificarli dal punto di vista energetico obbligatoriamente e in termini stretti, con la conseguenza di far sborsare ai proprietari cifre considerevoli in omaggio all'euroambientalismo folle e controproducente, è stato allontanato.

Considerato che già dal prossimo anno gli organi europei saranno sostanzialmente in scioglimento e che la prossima maggioranza parlamentare difficilmente sarà simile a quella attuale, si può tranquillamente affermare che l'ambientalismo ideologico a spese delle famiglie è stato definitivamente battuto.

Del resto, era impensabile sostenere la realizzazione di un piano di riqualificazione in meno di dieci anni per milioni di edifici residenziali in Italia: sia per una questione di costi (anche con un doveroso contributo dello Stato) che per la finalizzazione effettiva dei lavori.

Il “buonsenso" (o se preferite l'opportunità della scelta politica) ha avuto la meglio sull'ideologia dissennata.

Ovviamente e purtroppo, il problema dell'inquinamento globale rimane e conseguentemente la necessità di trovare una soluzione efficace e duratura per il bene del pianeta, nostro e dei nostri figli.

La via è stata indicata, ovvero la necessità di efficientare tutti gli immobili (ma non solo gli immobili).

Restano da trovare le strategie, le modalità e i mezzi per attuarla.

Restano da stabilire le modalità di attuazione, che non possono e non devono essere impositive, bensì volontarie e premiali.

In definitiva resta da trovare la volontà nei popoli (tutti, senza eccezioni) di “fare fronte comune", di rimboccarsi le maniche per il bene comune, seguendo una linea fatta di logica, intelligenza e benessere inclusivo, …..... ma anche questo è un'altro discorso.

Fonti:

https://www.iltempo.it/esteri/2023/10/14/news/europa-stop-direttiva-ue-case-green-37196516/

https://www.fanpage.it/politica/cosa-sappiamo-della-nuova-direttiva-sulle-case-green-su-cui-lue-e-vicina-allaccordo-finale/

https://www.iltempo.it/esteri/2023/10/14/news/europa-stop-direttiva-ue-case-green-37196516/

https://24plus.ilsole24ore.com/art/case-green-riqualificazione-si-misurera-sull-intero-patrimonio-AFkWLHEB

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